Questa risoluzione riporta nel Parlamento Europeo la definizione dei diritti sessuali e riproduttivi della donna con tutta la sua valenza nel campo delle Pari Opportunità. Nella ripetizione burocratica di questa risoluzione è riassunta la storia delle iniziative internazionali e quanto non considerare i diritti della donna abbia un effetto deleterio per una reale parità tra donna e uomo.
Risoluzione Commissione per i diritti della donna e le pari opportunità del Parlamento Europeo
Relatrice: Anne E.M. Van Lancker
Documento di seduta 6 giugno 2002
Indice
Pagina regolamentare
Per quanto riguarda la contraccezione
Per quanto riguarda l'aborto
Per quanto riguarda gli adolescenti
Per quanto riguarda la politica di salute sessuale e riproduttiva nella UE
Proposta di Risoluzione
Motivazione
Concetti di base
Quadro giuridico e politico internazionale
Questioni relative alla salute e ai diritti sessuali e riproduttivi
Contraccezione
Aborto
Salute sessuale e riproduttiva degli adolescenti
PAGINA REGOLAMENTARE
Nella seduta del 6 settembre 2001 la Presidente del Parlamento ha comunicato che la commissione per i diritti della donna e le pari opportunità era stata autorizzata a elaborare una relazione di iniziativa, a norma dell'articolo 163 del regolamento, sulla salute e i diritti sessuali e riproduttivi (2001/2128 (INI).
Nella riunione del 12 luglio 2001 la commissione per i diritti della donna e le pari opportunità aveva nominato relatrice Anne E.M. Van Lancker.
Nelle riunioni del 17 aprile e 4 giugno 2002 ha esaminato il progetto di relazione.
In quest'ultima riunione ha approvato la proposta di risoluzione con 19 voti favorevoli, 11 contrari e 2 astensioni.
La relazione è stata presentata il 6 giugno 2002.
PROPOSTA DI RISOLUZIONE
Risoluzione del Parlamento europeo sulla salute e i diritti sessuali e riproduttivi (2001/2128(INI))
Il Parlamento europeo,
– vista la Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo, adottata nel 1948
– vista la Convenzione internazionale sui diritti civili e politici delle Nazioni Unite, adottata nel 1966,
– visto l'articolo 12 del Patto internazionale relativo ai diritti economici, sociali e culturali delle Nazioni Unite, adottato nel 1966,
– visti gli articoli 5 e 152 del trattato CE,
– vista la Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea,
– visto l'articolo 12, paragrafo 1, l’articolo 16, paragrafo 1, lettera e), della Convenzione sull'eliminazione di ogni forma di discriminazione nei confronti della donna, nonché le raccomandazioni generali nn. 21 e 24 della commissione per l'eliminazione della discriminazione contro le donne,
– visto l'articolo 24 della Convenzione internazionale dei diritti del bambino, adottata nel 1989,
– vista la Dichiarazione e il Programma d'azione della Conferenza delle Nazioni Unite sulla popolazione e lo sviluppo (ICPD) - (Il Cairo, 13 settembre 1994), e il Documento sulle azioni chiave della conferenza ICPD+ 5 (1999),
– vista la Dichiarazione e il Programma d'azione della Quarta Conferenza mondiale sulle donne (FWCW) - (Pechino, 15 settembre 1995) e il documento conclusivo della Conferenza FWCW + 5 (New York, 10 giugno 2000),
– vista la sua risoluzione del 29 settembre 1994 sui risultati della Conferenza mondiale del Cairo su popolazione e sviluppo e la sua risoluzione del 4 luglio 1996 sul seguito della Conferenza internazionale del Cairo sulla popolazione e lo sviluppo ,
– viste la sua risoluzione del 15 giugno 1995 sulla partecipazione dell'Unione europea alla Quarta conferenza mondiale delle Nazioni Unite sulle donne a Pechino: "Lotta per l'uguaglianza, lo sviluppo e la pace" , la sua risoluzione del 21 settembre 1995 sulla Quarta conferenza mondiale sulle donne a Pechino e la sua risoluzione del 18 maggio 2000 sul seguito dato alla piattaforma d'azione di Pechino,
– vista la sua risoluzione del 9 marzo 1999 sulla situazione della salute delle donne nella Comunità europea,
– visto il Libro bianco della Commissione europea "Nuovo impulso per la gioventù europea" del 21 novembre 2001 ,
– visto il documento dell'Organizzazione mondiale della sanità "Definizioni e indicatori in materia di pianificazione familiare, salute materna e infantile e salute riproduttiva utilizzati nell'Ufficio regionale dell'OMS per l'Europa", marzo 1999,
– vista la relazione finale dello STOA "Consapevolezza della fertilità e contraccezione" (Programma di lavoro 1995),
– visto l'articolo 163 del suo regolamento,
– vista la relazione della commissione per i diritti della donna e le pari opportunità (A5-0223/2002),
A. considerando che le donne e gli uomini dovrebbero avere la libertà di compiere le proprie scelte informate e responsabili quanto alla propria salute e ai propri diritti sessuali e riproduttivi, tenendo sempre presente l'importanza della salute degli altri, ed avere tutte le possibilità e i mezzi di farlo,
B. considerando che le competenze della UE in questo settore consistono nel fornire orientamenti e nel suggerire utili iniziative per incoraggiare la cooperazione,
C. considerando che le politiche dei governi che non tengono conto del consenso informato delle donne e degli uomini in materia di contraccettivi al fine di conseguire obiettivi demografici possono dar luogo a prassi coercitive,
D. considerando le disparità in materia di salute e diritti sessuali e riproduttivi nell'UE e in seno agli Stati membri, e segnatamente le forti disuguaglianze riscontrabili tra donne europee per quanto riguarda l'accesso ai servizi di salute riproduttiva, alla contraccezione e all'interruzione volontaria di gravidanza, in funzione del reddito, del livello economico e/o del paese di residenza,
E. considerando che gli studi dimostrano che il numero degli aborti praticati è inferiore in alcuni Stati membri che combinano una legislazione liberale in materia di interruzione della gravidanza con un'efficace educazione sessuale, con servizi di pianificazione familiare di alta qualità e con la disponibilità di un'ampia gamma di contraccettivi, che tuttavia alcuni Stati membri con politiche analoghe hanno ancora un numero elevato di aborti nonché un alto numero di gravidanze fra le teenager,
F. considerando che occorre annettere importanza non soltanto all'interruzione di gravidanze indesiderate bensì anche, e in particolare, alla prevenzione delle stesse,
G. considerando che per la prevenzione di gravidanze indesiderate sono responsabili non soltanto le donne bensì anche gli uomini,
H. considerando che ai fini della prevenzione di gravidanze indesiderate risulta oltremodo rilevante una buona informazione nel settore della sessualità, della responsabilità nei confronti degli altri nell'ambito dei rapporti, salute, varie possibilità di prevenire le gravidanze, ecc. essendo inteso che i genitori e la scuola possono svolgere un ruolo di rilievo,
I. considerando che una buona possibilità di accesso a tutte le forme di contraccezione contribuirebbe a ridurre le gravidanze indesiderate e le malattie trasmesse sessualmente,
J. considerando che gli aborti praticati in condizioni di scarsa sicurezza costituiscono un grave rischio per la salute fisica e mentale delle donne,
K. considerando i più elevati tassi abortivi e il minore ricorso alla contraccezione rispetto agli Stati membri, nonché la mancanza di informazione delle donne riguardo ad una educazione sessuale sistematica ed adeguata nei paesi candidati,
L. considerando le carenze mediche e igieniche del sistema sanitario in molti paesi candidati all'adesione nonché l'insufficiente orientamento di tale sistema ai bisogni della popolazione,
M. considerando il crescente tasso di gravidanze presso ragazze adolescenti, la mancanza di un’educazione sessuale di qualità, nonché di servizi specifici e di consulenza per la salute sessuale e riproduttiva delle adolescenti in taluni Stati membri,
N. considerando l'inquietante diffusione delle malattie sessualmente trasmissibili, il rischio di contatti sessuali non sicuri e la sopravvivenza di stereotipi che associano, erroneamente, il rischio di infezione da HIV/AIDS a determinati meccanismi di trasmissione, nonostante le informazioni fornite sulle misure preventive e i meccanismi di trasmissione nell'UE, nonché l'importanza di promuovere un elevato grado di salute sessuale quale mezzo per prevenire le malattie sessualmente trasmissibili,
O. considerando che le violenze sessuali hanno conseguenze nefaste per la sessualità e la salute riproduttiva delle donne e delle giovani e che le mutilazioni genitali femminili hanno effetti dannosi sui rapporti sessuali, la gravidanza e il parto,
P. considerando l’attuale mancanza di statistiche complete prontamente disponibili sugli indicatori della salute sessuale e riproduttiva a livelloeuropeo,
Q. considerando il numero eccessivo di donne e il numero crescente di ragazze che incorrono in gravidanze indesiderate,
R. considerando che la tematica della salute e diritti sessuali riproduttivi non può essere esaminata soltanto sotto il profilo dell'accesso ai contraccettivi e all'aborto,
S. considerando che i contraccettivi sono utilizzati soprattutto dalle donne,
T. considerando le difficoltà inerenti alla comparazione delle politiche in materia di salute sessuale e riproduttiva, sia all'interno dell'UE che tra l'UE e i paesi candidati,
a) Per quanto riguarda la contraccezione
1. considera che una politica legislativa o regolamentare in materia di salute riproduttiva rientra nella sfera di competenza degli Stati membri, ma che l'UE può svolgere un ruolo di supporto attraverso lo scambio delle migliori prassi,
2. raccomanda ai governi degli Stati membri e dei paesi candidati di sviluppare una politica nazionale sulla salute sessuale e riproduttiva di alta qualità, in collaborazione con le organizzazioni pluralistiche della società civile, fornendo un'informazione globale circa le possibilità effettive e responsabili di pianificazione familiare e garantendo parità di accesso ad una serie di metodi contraccettivi di alta qualità nonché a sistemi per promuovere la consapevolezza della fertilità;
3. raccomanda ai governi degli Stati membri e dei paesi candidati di garantire che le donne e gli uomini possano fornire il proprio pieno consenso informato sull'uso dei contraccettivi, nonché sui sistemi per promuovere la consapevolezza della fertilità;
4. invita i governi degli Stati membri e dei paesi candidati ad adoperarsi per fornire contraccettivi e servizi per la salute sessuale e riproduttiva a titolo gratuito, o ad un costo molto basso, per i gruppi meno abbienti, come i giovani, le minoranze etniche e gli emarginati;
5. raccomanda agli Stati membri di fare in modo che le persone che vivono in condizioni di povertà possano beneficiare di un migliore accesso ai servizi sanitari che si occupano di salute riproduttiva e sessuale, e di offrire loro in particolare la scelta dei contraccettivi e la prevenzione/diagnosi delle malattie sessualmente trasmissibili;
6. chiede ai governi degli Stati membri e dei paesi candidati di promuovere la contraccezione d'emergenza, facendo in modo che tali medicinali siano venduti senza prescrizione e a prezzi accessibili, a titolo di prassi standard nell'ambito dell'assistenza sanitaria sessuale e riproduttiva;
7. esorta i governi degli Stati membri e dei paesi candidati all'adesione a promuovere la ricerca scientifica nel settore della contraccezione maschile, in modo da assicurare la parità tra donne e uomini per quanto riguarda gli effetti dell'utilizzazione dei metodi contraccettivi;
b) Per quanto riguarda le gravidanze indesiderate e l'aborto
8. sottolinea che l'aborto non dovrebbe essere promosso come un metodo di pianificazione familiare;
9. raccomanda ai governi degli Stati membri e dei paesi candidati di adoperarsi per attuare una politica sanitaria e sociale che consenta una riduzione del ricorso all'aborto, in particolare attraverso la fornitura di servizi di consultorio e pianificazione familiare e l'offerta di sostegno materiale e finanziario alle donne incinte in difficoltà, e di considerare l'aborto praticato in condizioni di scarsa sicurezza come una questione di rilevanza nell'ambito della salute pubblica;
10. raccomanda ai governi degli Stati membri e dei paesi candidati di garantire che vengano fornite informazioni imparziali, scientifiche e chiaramente comprensibili, nonché una consulenza analoga, sulla salute sessuale e riproduttiva, compresa la prevenzione delle gravidanze indesiderate, ma anche sui rischi che comportano gli aborti pericolosi praticati in condizioni non adeguate;
11. invita i governi degli Stati membri e dei paesi candidati a fornire servizi specializzati in materia di salute sessuale e riproduttiva, che comprendano consulenza professionale e di alta qualità adeguata alle esigenze di gruppi specifici (ad es. gli immigranti), fornita da personale qualificato in varie discipline; sottolinea che tale consulenza deve essere riservata e neutra e che, in caso di legittima obiezione di coscienza, debba essere previsto l'intervento di un sostituto; la consulenza sull'aborto deve illustrare i rischi sanitari dell'aborto (di carattere fisico e psichico) come pure le possibilità alternative di soluzione (adozione, possibilità di sostegno in caso di decisione a favore del bambino);
12. raccomanda che, al fine di salvaguardare la salute e i diritti riproduttivi femminili, l'aborto debba essere legale, sicuro e accessibile a tutti;
13. invita i governi degli Stati membri e dei paesi candidati ad astenersi, in qualunque caso, dal perseguire le donne che si sono sottoposte ad aborto illegale;
c) Per quanto riguarda la salute riproduttiva e sessuale /educazione sessuale degli adolescenti
14. sottolinea che la salute riproduttiva e sessuale degli adolescenti e le loro esigenze in ordine alla sessualità e alla riproduzione differiscono da quelle degli adulti;
15. ricorda che la partecipazione attiva dei giovani (diritti, opinioni e competenza) è importante nello sviluppo, nell'attuazione e nella valutazione dei programmi di educazione sessuale in cooperazione con altri attori, in particolare i genitori; a tal fine riveste importanza particolare il rafforzamento delle competenze parentali;
16. ricorda che l'educazione sessuale dovrebbe essere fornita in un modo differenziato sulla base del genere, ossia tenendo conto delle particolari sensibilità di ragazzi e ragazze, cominciare in età precoce, continuare fino all'età adulta, con un approccio mirato nelle varie fasi dello sviluppo della vita, e tenendo conto dei vari stili di vita; in tale contesto va prestata la debita attenzione alle malattie sessualmente trasmesse (come l'HIV/AIDS);
17. sottolinea che l'educazione sessuale deve essere considerata in modo olistico e positivo, prestando attenzione agli aspetti psicosociali e biomedici e basandosi sul mutuo rispetto e sul senso reciproco di responsabilità;
18. invita i governi degli Stati membri e dei paesi candidati a ricorrere a vari metodi per raggiungere i giovani, ad esempio attraverso l'educazione formale ed informale, campagne pubblicitarie, marketing sociale per l'utilizzazione dei preservativi e progetti quali linee verdi telefoniche confidenziali, nonché a considerare le esigenze di gruppi specifici; incoraggia il ricorso ad educatori appartenenti allo stesso gruppo nell'ambito dell'educazione sessuale;
19. invita i governi degli Stati membri e dei paesi candidati a migliorare e ad estendere l'accesso dei giovani ai servizi sanitari (centri di pianificazione familiare, centri di giovani, istituti scolastici, ecc.), adeguando questi ultimi alle loro preferenze e necessità;
20. invita i governi degli Stati membri e dei paesi candidati ad assistere le adolescenti in stato di gravidanza, che desiderino interrompere la gravidanza o che intendano condurla a termine, e a garantire loro il proseguimento degli studi;
21. chiede ai governi degli Stati membri che mantengano e migliorino il livello di informazione della popolazione sull'infezione da HIV/AIDS, sui suoi meccanismi di trasmissione e sui comportamenti che favoriscono la trasmissione stessa, segnatamente nelle fasce sociali più emarginate e che incontrano maggiori difficoltà nell'accedere all'informazione;
d) Per quanto riguarda la politica di salute sessuale e riproduttiva dell'UE in generale
22. si compiace per la ricerca attualmente in corso, su richiesta della Commissione europea, in materia di indicatori e definizioni armonizzate della salute sessuale e riproduttiva ed invita la Commissione a garantire la continuità di tali iniziative nel quadro del nuovo programma di azione comunitario in materia sanitaria;
23. invita i governi degli Stati membri e dei paesi candidati a fornire alla Commissione dati ed informazioni al fine di compilare una banca dati su base europea in materia di statistiche della salute sessuale e riproduttiva e a comporre un vademecum sulle migliori prassi e le esperienze positive nel settore della salute sessuale e riproduttiva;
24. invita i governi degli Stati membri e dei paesi candidati a fornire accesso ai servizi relativi alla salute sessuale e riproduttiva senza operare discriminazioni sulla base dell'orientamento sessuale, dell'identità di genere o dello stato civile;
25. raccomanda l'avvio di un processo di apprendimento reciproco, basato sui raffronti dei dati in materia di salute sessuale e riproduttiva e sulla condivisione delle esperienze positive e delle miglior prassi nei programmi e nelle politiche relative alla salute sessuale e riproduttiva degli Stati membri e dei paesi candidati;
26. invita la Commissione a fare propri i pareri dei giovani quanto alla salute e ai diritti sessuali e riproduttivi come tema importante nel seguito dato al Libro bianco sul nuovo impulso per la gioventù europea;
27. invita il Consiglio e la Commissione, nell'ambito della strategia di preadesione, a prevedere un maggiore sostegno tecnico e finanziario ai paesi candidati al fine di sviluppare ed attuare programmi di promozione della salute e standard di qualità nei servizi relativi alla salute sessuale e riproduttiva e ad assicurare che le iniziative esistenti dell'Unione europea di assistenza all'Europa orientale e all'Asia centrale includano programmi di questo tipo;
28. invita la Commissione a tener conto dell'impatto devastante della politica applicata dall'amministrazione Bush a Città del Messico, che ha negato finanziamenti alle organizzazioni non governative che, occasionalmente, consigliano alle donne quale ultima spiaggia il ricorso a cliniche in cui si pratica l'aborto, in particolare in vista dei programmi per l'Europa centrale ed orientale; invita la Commissione a colmare la lacuna di bilancio provocata dalla politica attuata a Città del Messico;
29. invita la Commissione a garantire il controllo e la valutazione permanenti dell'ICPD e della FWCW e ad inviare regolarmente al Parlamento europeo relazioni sintetiche in proposito;
30. si compiace per l'obiettivo fissato nel documento finale della FWCW + 5, relativo al conseguimento di un accesso universale ad un'assistenza sanitaria primaria di alta qualità entro il 2015, compresa l'assistenza sanitaria sessuale e riproduttiva; chiede al Consiglio, nel quadro della procedura di controllo e nei limiti delle sue competenze, di sviluppare indicatori e punti di riferimento per quanto riguarda le aree critiche e di inviare regolarmente al Parlamento europeo relazioni sintetiche in proposito;
31. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione e ai governi degli Stati membri e dei paesi candidati.
MOTIVAZIONE
I. Concetti di base
A. Salute sessuale e riproduttiva
Secondo l'OMS, "la salute riproduttiva riguarda i processi, le funzioni e il sistema riproduttivi in tutte le fasi della vita". Ciò implica "... che le persone siano in grado di condurre una vita sessuale responsabile, soddisfacente e sicura e che abbiano la capacità di riprodursi e la libertà di decidere se, quando e quanto spesso farlo. In tale concetto, è implicito il diritto degli uomini e delle donne di essere informati e di avere accesso, sulla base di una scelta personale, a metodi sicuri, efficaci, accessibili ed accettabili di regolazione della fertilità; il diritto di accedere ad adeguati servizi sanitari che permetteranno alle donne di vivere la gravidanza e il parto in modo sicuro e forniranno alle coppie le migliori possibilità di avere un bimbo sano ".
La salute sessuale viene definita come "l'integrazione degli aspetti somatici, emotivi, intellettuali e sociali dell'essere umano secondo modalità proficue e che sviluppino la personalità, la comunicazione e l'amore". Ciò comporta "un approccio positivo alla sessualità umana e gli obiettivi dell'assistenza sanitaria sessuale dovrebbero, pertanto, essere la promozione della vita e delle relazioni personali e non semplicemente la consulenza e l'assistenza connesse alla procreazione o alle malattie sessualmente trasmissibili .
B. Diritti sessuali e riproduttivi
L'articolo 96 della piattaforma d'azione di Pechino recita: "I diritti umani delle donne comprendono il loro diritto ad esercitare un controllo e a decidere liberamente e responsabilmente in merito a questioni connesse alla propria sessualità, compresa la salute sessuale e riproduttiva, libere da ogni coercizione, discriminazione e violenza. Relazioni eque tra le donne e gli uomini in merito a questioni di relazioni sessuali e di riproduzione, compreso il pieno rispetto dell'integrità della persona, richiedono rispetto reciproco, il consenso e una responsabilità condivisa quanto al comportamento sessuale e alle sue conseguenze".
Organizzazioni internazionali, come International Planned Parenthood Federation (IPPF), hanno formulato i diritti sessuali e riproduttivi derivati dal diritto internazionale in materia di diritti dell'uomo. La carta dell'IPPF sui diritti sessuali e riproduttivi (1995) è stata riconosciuta dal Fondo delle Nazioni Unite per la popolazione (UNFPA) e dall'OMS.
II. Quadro giuridico e politico internazionale
A. Quadro giuridico internazionale
La Convenzione sull'eliminazione di tutte le forme di discriminazione contro le donne (CEDAW, 1979) prevede che tutti gli Stati debbano garantire agli uomini e alle donne "… gli stessi diritti di decidere liberamente e responsabilmente sul numero dei propri figli e la lunghezza dell'intervallo tra l'uno e l'altro…", garantisce l'accesso all'informazione e alle istruzioni necessarie e prevede, per le donne e gli uomini, i mezzi volti a controllare le dimensioni della propria famiglia . Secondo la raccomandazione 21 della CEDAW, la pianificazione familiare è così definita: educazione sessuale garantita, disponibilità di servizi di pianificazione familiare, disponibilità di metodi contraccettivi sicuri ed affidabili, misure per la regolazione volontaria della fertilità liberamente disponibili ed appropriate, volte alla salute e al benessere di tutti i membri della famiglia.
Nel suo commento generale (n. 14, 2000) sull'articolo 12 della Convenzione internazionale ONU sui diritti economici e sociali e culturali, in relazione al diritto al livello più elevato possibile di salute, la Commissione per i diritti economici, sociali e culturali riconosce il diritto alla libertà sessuale e riproduttiva, il diritto ad accedere all'istruzione e all'informazione sulla salute sessuale e riproduttiva, e la disponibilità, l'accessibilità, l'accettabilità e la qualità delle strutture, dei beni e dei servizi sanitari.
B. Quadro politico internazionale
Le dichiarazioni e i programmi d'azione, sia della Conferenza internazionale ONU sulla popolazione lo sviluppo (Il Cairo, 1994), che della Quarta conferenza mondiale delle Nazioni Unite sulle donne (Pechino, 1995) hanno costituito una svolta nel modo di pensare alla sessualità e alle questioni riproduttive. Prima di esse, tali questioni erano affrontate esclusivamente in termini di crescita della popolazione e politiche demografiche. Nelle suddette conferenze, la sessualità e la salute riproduttive sono state, per la prima volta, considerate da una prospettiva dei diritti umani. L'idea di diritti delle donne come diritti umani era considerata assolutamente necessaria per l’acquisizione di un maggior potere da parte delle donne ed estremamente importante per il progresso della società in generale. Il concetto della pianificazione nazionale ha dato luogo all'ampio concetto di salute riproduttiva, comprendente donne e uomini, che descrive uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale in tutte le questioni relative al sistema riproduttivo.
C. Sviluppi politici a livello europeo
Nella sua risoluzione sul seguito dato alla Conferenza ICPD, il Parlamento europeo chiede all'Unione europea di svolgere un ruolo leader nella promozione della creazione di reti, ricerca e strutture volte allo scambio di informazioni relative all'assistenza sanitaria riproduttiva. Nella sua risoluzione sul seguito dato alla piattaforma d'azione di Pechino, il Parlamento europeo chiede attenzione specifica nei confronti del diritto alla salute riproduttiva e, segnatamente, azioni volte a prevenire il numero crescente di gravidanze presso le adolescenti, rendendo maggiormente disponibili i contraccettivi per i giovani, facendo maggiore ricorso alle campagne d'informazione e migliorando la qualità e l'accessibilità dell'educazione sessuale. Nella sua risoluzione sullo stato della salute delle donne nella Comunità europea, il Parlamento europeo riconosce che le condizioni in cui le donne possono godere di una salute sessuale e riproduttiva variano in modo significativo sul territorio dell'Unione europea. La risoluzione chiedeva agli Stati membri di legalizzare l'aborto in determinate condizioni, almeno nei casi di gravidanza forzata, stupro o quando venisse messa a repentaglio la salute o la vita della donna, sulla base del principio che deve essere la donna stessa a prendere la decisione definitiva, e garantire che gli aborti volontari venissero effettuati secondo modalità sicure da un punto di vista medico e che fosse previsto supporto psicologico e sociale.
Il Consiglio d'Europa ha trattato ampiamente la questione della salute e dei diritti sessuali e riproduttivi a vari livelli.
III. Questioni relative alla salute e ai diritti sessuali e riproduttivi
A. Contraccezione
I programmi d'azione dell'ICPD e della FWCW potenziano lo spirito della CEDAW: ad esempio, l'ICPD prevede che tutti i paesi debbano, entro il 2015, cercare di fornire accesso universale ad un’ampia gamma di metodi, sicuri ed affidabili, di pianificazione familiare. Inoltre, il documento finale della FWCW + 5 prevede l'obiettivo del 2015 per conseguire l'accesso universale ad un'assistenza sanitaria primaria di elevato livello, comprendente la salute sessuale e riproduttiva.
Situazione attuale
La media comunitaria relativa all'uso di moderni metodi contraccettivi è di circa il 65%, tasso che scende al 53% in Austria e in Grecia, mentre la Germania, la Finlandia, il Regno Unito e i Paesi Bassi registrano il tasso più alto (circa il 75%). Il tasso medio di ricorso ai contraccettivi nei paesi candidati è notevolmente inferiore a quello dell'UE, con una media di circa il 31%: il tasso più basso si registra in Romania e in Lituania (circa il 13,5%) e quello più elevato nella Repubblica Ceca, nella Repubblica Slovacca, in Ungheria e in Slovenia (circa 47%) .
Nessun governo nazionale dell'UE dispone di una politica chiara e distinta sulla salute sessuale e riproduttiva, ma la maggioranza dei paesi prevedono servizi di pianificazione familiare che sono, nel complesso, ampiamente disponibili mediante i sistemi sanitari, generalmente attraverso medici generici. I servizi, compresi i contraccettivi, sono gratuiti nel Regno Unito e in Portogallo. In altri paesi, i clienti pagano, ma nella maggior parte dei casi sono rimborsati parzialmente o completamente. La pianificazione non è integrata nel sistema sanitario in Spagna e in Grecia, mentre in Irlanda i finanziamenti statali sono disponibili esclusivamente per i centri che forniscono "metodi naturali". L'uso dei contraccettivi varia tra gli Stati membri e all'interno di essi: in taluni paesi, i servizi sono meno disponibili per i giovani, per gli immigrati e per la popolazione delle zone rurali.
In considerazione della limitata disponibilità e dei costi elevati di contraccettivi appropriati, nonché della mancanza di servizi di consulenza, nell'Europa centrale ed orientale, l'aborto resta ancora il mezzo principale di regolazione della fertilità. Un aborto si può ottenere, in linea di principio, con poca spesa o gratuitamente, mentre la spesa per i contraccettivi può ammontare ad un terzo del salario. Questo lascia poco margine di scelta per la maggior parte delle donne. Inoltre, l'appoggio politico quanto ai servizi che si occupano di salute riproduttiva è scarso, in considerazione di preoccupazioni demografiche.
B. Aborto
Il programma d'azione ICPD recita: "In nessun caso, l'aborto deve essere promosso come metodo di pianificazione familiare. Tutti i governi e le organizzazioni intergovernative e non governative competenti sono invitati a potenziare il loro impegno quanto alla salute delle donne, a conferire un carattere prioritario all'impatto sulla salute di aborti praticati in condizioni di scarsa sicurezza e a ridurre il ricorso all'aborto mediante servizi di pianificazione familiare efficienti e ben distribuiti … Le donne che vivono gravidanze indesiderate devono aver accesso rapido ad informazioni affidabili e ad una consulenza che tenga conto del loro stato psicologico… Nelle circostanze in cui l'aborto non è contro la legge, tale aborto deve essere sicuro. In ogni caso, le donne devono avere accesso a servizi di qualità per la gestione delle complicazioni derivanti dall'aborto” . La piattaforma d'azione FWCW dichiara che i governi devono "… considerare l'eventualità di rivedere le disposizioni legislative contenenti misure punitive contro le donne che si sottopongono ad aborti illegali .
Situazione attuale
I tassi più bassi dell’UE, quanto agli aborti praticati legalmente, sono registrati in Belgio, nei Paesi Bassi e in Germania (circa 7/1000), il gruppo intermedio comprende la Finlandia, la Francia e l'Italia (circa 12/1000), i tassi più alti riguardano la Svezia, il Regno Unito e la Danimarca (circa 17/1000): la Svezia ha il tasso più alto (18/1000). Nei paesi candidati, i tassi relativi all'aborto sono molto più elevati che nell'Unione europea. I tassi ufficiali più bassi si registrano nella Repubblica Ceca (17/1000), in Lituania, Slovacchia e Slovenia (31/1000); il gruppo intermedio comprende la Bulgaria, la Lettonia, l'Estonia, l'Ungheria (40/1000), il tasso più alto è registrato in Romania (52/1000).
La politica in materia di aborto varia fra gli Stati membri dell'UE. Per questo motivo, molte donne si trasferiscono da uno Stato membro all'altro per sottoporsi ad un aborto. La politica più restrittiva è quella irlandese, dove l'aborto è consentito solo per salvare la vita della donna; in Portogallo ed in Spagna l'aborto legale è praticabile solo in caso di malformazione del feto o stupro, o al fine di proteggere la salute fisica o mentale delle donne: in realtà, la pratica dell'aborto varia considerevolmente. Altri paesi consentono l'aborto per motivi medici e socioeconomici. Il limite gestazionale per l'aborto è, nella maggior parte dei paesi, di 12 settimane; successivamente, l'aborto è ancora possibile in taluni paesi, in circostanze speciali. In taluni paesi, il consenso parentale è necessario per i minori. Il costo dell'aborto può variare: molti governi includono l'aborto nei sistemi sanitari nazionali, in altri paesi ciò è possibile solo per l'aborto terapeutico.
Nell'Europa centrale ed orientale, l'aborto è una delle cause principali della morbidità materna. In Polonia, l'aborto è stato messo fuori legge dopo essere stato legale per circa quarant'anni. Cipro ha una politica limitata in materia di aborto (in caso di stupro, malformazioni del feto e per proteggere la salute fisica o mentale della donna). In Turchia, è necessario il consenso del congiunto.
C. Salute sessuale e riproduttiva/educazione sessuale degli adolescenti
L'articolo 24 della Convenzione dei diritti del bambino (1998) recita: "Gli Stati riconoscono il diritto del bambino a godere del livello più elevato possibile di salute e delle strutture per il trattamento delle malattie e il ripristino della salute. Gli Stati devono adoperarsi per garantire che nessun bambino sia privato del suo accesso a tali servizi sanitari". L'articolo 6.15 dell'ICPD recita che "I giovani devono partecipare attivamente alla pianificazione, all'attuazione e alla valutazione delle attività di sviluppo che hanno un impatto diretto sulla loro vita quotidiana. Questo è importante, segnatamente, per quanto riguarda l'informazione, l'istruzione e le attività e i servizi di comunicazione concernenti la salute riproduttiva e sessuale, tra cui la prevenzione delle gravidanze precoci, l'educazione sessuale e la prevenzione dell’HIV/AIDS e di altre malattie sessualmente trasmissibili. L'accesso a tali servizi, nonché la loro riservatezza, devono essere garantiti con il supporto dei genitori ed in linea con la Convenzione dei diritti del bambino.
Inoltre, esiste la necessità di programmi educativi a favore delle capacità di pianificazione della vita, di stili di vita sani e di un'azione attiva contro l'abuso di sostanze".
Situazione attuale
Il tasso di gravidanze in età adolescenziale è generalmente in aumento nell'Unione europea (tasso attuale tra il 12 e 25 ogni 1000 ragazze tra i 15 e i 19 anni), con il tasso più basso registrato nei Paesi Bassi e in Belgio, il tasso intermedio in Germania, Francia, Finlandia e Danimarca e il tasso più alto in Svezia, Italia, Inghilterra e Galles .
All'interno dell'UE, i giovani non hanno ancora lo stesso livello di conoscenze e di capacità per quanto riguarda la sessualità. Le differenze nel tasso di gravidanze in età adolescenziale, ad esempio il 28/1000 nel Regno Unito per le ragazze tra i 15 e i 19 anni e il 7/1000 nei Paesi Bassi, sono sorprendenti. A livello mondiale, i Paesi Bassi sono considerati un esempio per l'apertura e la qualità dei servizi per quanto riguarda le questioni connesse alla sessualità.
Nell'Europa orientale, la mancanza di educazione sessuale contribuisce all'uso insufficiente dei contraccettivi. In linea generale, è necessario un maggior numero di programmi sanitari rivolti agli adolescenti. In taluni paesi, come la Lettonia e la Bulgaria, è necessaria l'autorizzazione dei genitori per i servizi di pianificazione familiare. In Polonia, non esiste alcuna educazione sessuale.
IV. Raccomandazioni in materia di impostazione politica
L'Unione europea ha spesso svolto un ruolo importante nella promozione della salute e dei diritti sessuali e riproduttivi.
Nella presente relazione, rivolgiamo un appello agli Stati membri e ai paesi candidati a rivedere l'attuazione della piattaforma d'azione ICPD e la salvaguardia degli strumenti internazionali in materia di diritti umani. Il concetto di salute e diritti sessuali e riproduttivi nell'UE e nei paesi candidati deve essere potenziato.
Dalle cifre fornite precedentemente, evinciamo che esistono grandi disparità tra gli Stati membri dell'UE e i paesi candidati. Tuttavia, bisogna tener conto del fatto che i dati sono incompleti e possono non riflettere fedelmente la situazione reale a causa, ad esempio, della mancanza di dati ufficiali. Pertanto, esiste la necessità di avere un quadro più chiaro della situazione della salute e dei diritti sessuali e riproduttivi ed un panorama delle migliori prassi. A tal fine, raccomandiamo alla Commissione di sviluppare una banca dati concernente la salute e i diritti sessuali e riproduttivi, banca dati basata su indicatori armonizzati della salute riproduttiva. La ricerca attualmente commissionata dalla Commissione europea in tale settore dovrebbe essere proseguita nell'ambito del nuovo programma quadro d'azione sanitaria della Comunità, ad esempio il progetto Reprostat, volto a sviluppare indicatori della salute riproduttiva per controllare e valutare la salute riproduttiva nell'UE, e il progetto ECHI, che comprende l'atteggiamento sessuale come discriminante nella strategia sanitaria dell'UE. Chiediamo, inoltre, alla Commissione di esaminare i pareri dei giovani sulla salute e i diritti sessuali e riproduttivi come tema importante nel seguito dato al Libro bianco sulla gioventù.
Sebbene le politiche in materia di salute riproduttiva restino tra le competenze degli Stati membri, l'UE può fornire un valore aggiunto lanciando un processo di apprendimento reciproco, basato sul raffronto dei dati in materia di salute riproduttiva e sulla condivisione di esperienze positive e di migliori prassi nei programmi e nelle politiche di salute sessuale e riproduttiva adottati negli Stati membri e nei paesi candidati.
Erano presenti al momento della votazione
Anna Karamanou (presidente), Marianne Eriksson (vicepresidente), Olga Zrihen Zaari (vicepresidente),Anne E.M. Van Lancker (relatrice, in sostituzione di Christa Prets), María Antonia Avilés Perea, Regina Bastos, Geneviève Fraisse, Fiorella Ghilardotti, Lissy Gröner, Christa Klaß, Rodi Kratsa-Tsagaropoulou, Maria Martens, Emilia Franziska Müller, Amalia Sartori, Miet Smet, Patsy Sörensen, Joke Swiebel,Helena Torres Marques,Feleknas Uca,Elena Valenciano Martínez-Orozco,Lousewies van der Laan,Sabine Zissener,Winfried Menrad in sostituzione di Robert Goodwill,Maria Berger in sostituzione di Elena Ornella Paciotti,María Izquierdo Rojo in sostituzione di Hans Karlsson,Eryl Margaret McNally in sostituzione di Mary Honeyball,Rosa Miguélez Ramos (in sostituzione di María Rodríguez Ramos, a norma dell'articolo 153,paragrafo 2, del regolamento),Anne-Karin Glase (in sostituzione di Astrid Lulling, a norma dell'articolo 153, paragrafo 2, del regolamento),Dieter-Lebrecht Koch (in sostituzione di James L.C. Provan, a norma dell'articolo 153, paragrafo 2, del regolamento),Jürgen Zimmerling (in sostituzione di Marielle de Sarnez),Cecilia Malmström (in sostituzione di Lone Dybkjær, a norma dell'articolo 153, paragrafo 2, del regolamento) e Anne Elisabet Jensen (in sostituzione di Marieke Sanders-ten Holte, a norma dell'articolo 153, paragrafo 2, del regolamento).