La pianificazione familiare è il primo mestiere del ginecologo, medico della donna. Tutta la vita fertile richiede un counselling approfondito favorendo l'empowerment della donna
nell'assumere le proprie scelte di quando e quanti figli avere nell'arco della vita. Il problema del basso numero di gravidanze in Italia è dato da numerosi fattori di cui la maggior parte a carico dello stato, sia per quanto riguarda i servizi che per la formazione informazione dei cittadini. In carenza di politiche di informazione scolastica e per la popolazione rimane solo il ginecologo come fornitore di informazioni sulla biologia, sul meccanismo di azione dei contraccettivi e sulle modalità di gestione degli effetti collaterali. La compliance alla contraccezione necessita di tutto ciò. L'aderenza ai comportamenti corretti dipende dalla chiarezza della informazione. Se lo Stato vuole favorire le gravidanza non deve chiedere ai ginecologi di sfavorire la contraccezione ma di favorire il percorso delle donne sia in gravidanza che dopo.
Per la riduzione delle interruzioni di gravidanza favorire una contraccezione per tutte le giovani e i gruppi a rischio.
Per favorire le gravidanze è necessario aumentare i servizi per la gravidanza e soprattutto per dopo la gravidanza. E' un grave problema di "Pari Opportunità", rendendo difficoltosa la ripresa del lavoro, l'autonomia della donna, il suo benessere.
Qui di seguito un documento elaborato insieme a Marina Toschi per un bollettino in sostegno delle politiche della SIGO, la Società dei Ginecologi e Ostetrici Italiani, per la riduzione delle interruzioni della gravidanza e in favore del family planning.
Ridurre le IVG Promuovere le Maternità Fisiologiche
1. in primo luogo dare alle donne Pari Opportunità, non solo in termini di libertà da violenza,
atteggiamenti sessisti e discriminazione, ma soprattutto nelle opportunità di lavoro ( No work?.. no children!);
2. ancora per le Pari Opportunità, che lʼorganizzazione familiare per lʼaccudimento dei figli o degli anziani, non escluda violentemente, spesso senza appello, le donne del sostentamento personale e della propria famiglia;
3. che, in una famiglia così organizzata, anche lʼuomo possa contribuire, oltre che con il proprio lavoro, anche con il tempo necessario, alla frequentazione, al gioco e alla educazione dei propri figli, rimodellando la famiglia, in sfida alla difficoltà dellʼeducazione dei nostri tempi;
4. che la maternità, esclusività di genere, non diventi un dramma per lʼimmediato e per il lontano futuro, con lʼaggravante dellʼeccesso di medicalizzazione nel percorso nascita fino al eccesso di tagli cesarei, ma piuttosto unʼesperienza eccezionale che esiti in una nascita in cui restare protagonista assieme al proprio bambino, fino ad un puerperio e allattamento ben assistiti;
5. che gli Ispettorati del Lavoro, siano investiti di un ruolo di controllo ed indirizzo per le maternità “a rischio”, considerando con maggiore attenzione i lavori non compatibili con la maternità o che contemplino gravosi trasferimenti giornalieri;
6. che la prevenzione primaria e secondaria della IVG possano viaggiare “a braccetto!”;
7. che la scelta della donna sia accompagnata, considerata sempre con rispetto, semplificando gli inutili ostacoli del percorso per la maternità o per lʼ IVG, quali le difficoltà burocratiche, la migrazione sanitaria forzosa, garantendo un percorso chiaro e condiviso tra territori ed Ospedali, organizzando in modo semplice indagini e controlli;
8. che gli operatori sanitari, sia nel seguire la gravidanza che nellʼinterruzione volontaria della gravidanza, siano messi nella condizione di esercitare al meglio la “presa in carico” della donna, nostra principale mission;
9. che la contraccezione sia resa gratuita in tutte le sue forme, come prescrive lʼOMS che considera i contraccettivi farmaci etici.