Introduzione
La parte principale della visita ginecologica di routine è l'emersione precoce dei problemi connessi alla salute riproduttiva, una rara opportunità per predisporre una serie di pratiche preventive al fine della conservazione dello stato di benessere, dedicando tempo all’osservazione, all’ascolto e all’anamnesi specifica. Una patologia ginecologica si evidenzia raramente nella singola visita di controllo e il cancro del collo dell’utero non si previene con un singolo pap test.
L'empowerment della donna è il primo obiettivo della visita ginecologica, costruendo insieme consapevolezze . La conoscenza dei sintomi da gestire senza ritardo permette per esempio alla riabilitazione pelvica di essere più efficace della la chirurgia uroginecologica, mentre nella incontinenza grave è praticamente inutile; la gestione precoce delle anemie da patologia ginecologica benigna frequente come i fibromi o la endometriopatia disfunzionale (la più frequente causa di sanguinamento abbondante uterino) permette di ridurre notevolmente gli interventi demolitivi uterini come l’isterectomia.
La ginecologia medico-preventiva utilizza l’empowerment per rendere farmaco-economica la visita ginecologica.
In termini comprensibili: le informazioni sulle prevenzioni possibili e la verifica della consapevolezza è la prima arma preventiva; il tempo speso per l’informazione permette alla donna di arrivare prima al consulto dallo specialista che può attivare tempestivamente la diagnosi precoce e l’intervento medico e/o riabilitativo, invece del chirurgico.
La visita ginecologica con solo studio morfologico, la valutazione della struttura degli organi di pertinenza ginecologica, non rende in salute per quanto costa. Solo gli atti preventivi ritornano contemporaneamente i costi sanitari e un migliore standard di salute.
Utilizzare la contraccezione ad alta efficacia è contemporaneamente opzione di scelta contraccettiva ma anche l’unica possibilità di prevedere l’utilizzo di acido folico preconcezionale, così utile nel ridurre le malformazioni fetali e di ridurre le spese necessarie per l’assistenza ai neonati malati, spesso per tutta la vita.
“Quali interventi per età o condizione” è la base di focus specifici che tendono ad affinare la ricerca dei disturbi o prevenzioni generalmente non praticate spesso perché non conosciute. Devono essere base dell’attività del professionista ed essere consapevolezze diffuse nella popolazione femminile, affinché richiedano tali attenzioni ai propri curanti.
Quali interventi per età o condizione
Sono interventi da considerare per la loro efficacia nel ridurre e i danni personali e i costi sanitari. L’emersione di problemi spesso sottaciuti per problemi di intimità, riservatezza, imbarazzo, timidezza, depressione, è compito del ginecologo sensibile e concentrato, che segue un percorso di valutazione, indagine e prevenzione per età o condizione secondo la tabella seguente. Ad un approccio apparentemente schematico deve corrispondere la capacità di integrarsi con i bisogni non espressi.
Età periadolescenziale
1. della gravidanza indesiderata
2. delle malattie a trasmissione sessuale
3. HPV e vaccinazione
4. Contraccezione d’emergenza
5. Dismenorrea ed endometriosi
Età fertile
1. resistenze alla contraccezione
2. scuola della fertilità e prevenzione della sterilità
3. Prevenzione delle gravi patologie infettive (MTS) e gestione vaginiti
4. Vaccinazione rosolia e varicella
5. Prevenzione delle malformazioni (base infettiva, tossica, alimentare)
6. Assunzione di acido folico preconcezionale
Dal puerperio in poi
1. pro allattamento naturale
2. emersione della depressione
3. emersione e presa in carico dell'incontinenza urinaria
4. prevenzione delle gravidanze indesiderate e abuso del fumo
Dalla premenopausa in poi
1. prevenzione delle patologie cardiovascolari
2. prevenzione dell’osteoporosi
3. prevenzione delle artropatie
4. prevenzione dell'atrofia e dei tre sintomi correlati: dispareunia, S. da urgenza-frequenza, cistiti ricorrenti
5. prevenzione dell’isterectomia
6. gestione incontinenza urinaria
Sempre
1. valutazione della violenza di genere: riconoscimento dei segni e dei sintomi
2. valutazione del pavimento pelvico con: studio del dolore mestruale, dispareunia
3. gestione clinica delle disfunzioni del pavimento pelvico, compresa l'incontinenza
Cosa deve essere comunicato
1. Va sempre considerata la necessità di spiegare le patologie e le strategie preventive
2. Va illustrata a cosa serve la terapia (strumento fondamentale per la compliance alla terapia
3. Vanno descritti gli effetti collaterali delle terapie e della contraccezione o dell’HRT
4. Si devono segnalare gli effetti secondari a rischio e va gestita la risposta emozionale, soprattutto in un contesto dove la paziente abbia un rapporto scarsamente dialogato con il medico di famiglia
In ambito pubblico ricade sulla riconsiderazione della tempistica per la visita
1. la cattiva gestione dei Cuptel
2. la non predisposizione di agende interne
3. il ritardo delle pazienti in relazione al rapporto con gli impiegati la indisponibilità più o meno continuativa dell’infermiera per impiego contemporaneo a più servizi
4. Problemi organizzativi vari, come pagamenti, mancate prestazioni
5. L'overbooking, che determina tempi lunghi in sala d'attesa, malumori e minore disponibilità delle utenti, impossibilità a concedersi pause
6. Le inadeguatezze dell'hardware e del software utilizzato