La relazione del giugno 2002, descrive nel dettaglio, le provenienze dei principi enunciati e delle deliberazioni sui diritti umani e delle donne, nelle Conferenze svoltesi in questi ultimi anni. Difende il diritto a conoscere per scegliere, quando e quanti figli avere, la qualità dei servizi di family planning, le politiche per la salute e l’informazione degli adolescenti, la prevenzione da malattie a trasmissione sessuale, il diritto ad un aborto sicuro.
Il documento non è vincolante per i parlamenti e governi ed è espressione di una maggioranza in un momento storico determinato. Cionondimeno rappresenta per gli operatori dei consultori il perché ideale del proprio lavoro: il tentativo di soddisfare i diritti all’informazione, all’accoglienza, alla tutela della salute riproduttiva di tutta la popolazione, con particolare riguardo all’adolescenza, dalla contraccezione alle tematiche di genere, agli extracomunitari e alle diverse culture, all’accesso ai servizi della popolazione a basso reddito e il diritto all’empowerment.
Stimola il confronto dei sistemi di qualità di family planning dei paesi avanzati per una ricaduta su tutti i paesi compresi i paesi di prossima adesione alla Comunità Europea